Biografie Quantistiche
Scienziati e Visionari
Scopri i personaggi che hanno fondato la meccanica quantistica
e che hanno permesso lo sviluppo della Computazione Quantistica.
Nato nel 1773 nel Somerset, in Inghilterra, da una famiglia di quaccheri, Thomas Young era il maggiore di dieci figli. A scuola eccelleva nelle lingue e ne conosceva oltre una dozzina, dal persiano al turco, al greco e al latino. Studio’ medicina a Londra e a Edimburgo prima di conseguire un dottorato in fisica a Gottinga, in Germania, nel 1796. Tornato in Inghilterra, ricevette una cospicua eredità che lo rese indipendente dal punto di vista economico. Pratico’ la medicina e, al contempo, prosegui con gli esperimenti scientifici e si interesso’ all’egittologia. Traducendo i brani incisi sulla Stele di Rosetta, contribuì alla decifrazione dei geroglifici. Young coniò il termine “energia” e fondò la teoria ondulatoria della luce.
Nato in Baviera, in Germania, Fraunhofer rimase orfano a 11 anni e diventò apprendista presso un vetraio. Nel 1801 fu quasi ucciso dal crollo del laboratorio che lo seppellì. Fu salvato da un principe – Massimiliano I Giuseppe di Baviera – che sostenne poi la sua educazione e lo aiutò a trasferirsi in un monastero dove si specializzò come artista del vetro. Qui imparò a costruire vetri ottici tra i migliori del tempo e divenne poi direttore dell’istituto. Come molti vetrai dell’epoca morì giovane, a 39 anni, a causa dell’avvelenamento da vapori metallici.
Nato in Prussia (l’odierna Polonia), Michelson si trasferì negli Stati Uniti insieme ai genitori nel 1855. Studio’ da guardiamarina presso l’Accademia navale americana, specializzandosi in ottica, calore e climatologia. Dopo aver studiato per molti anni la fisica della luce in Germania e in Francia, tornò negli Stati Uniti e divenne professore di fisica presso la Case Western University di Cleveland, in Ohio. Fu qui che condusse l’esperimento con l’interferometro insieme a Morley, dimostrando che l’etere non esiste. Più’ tardi, Michelson si spostò all’Università di Chicago e sviluppò interferometri per uso astronomico, usati per misurare le dimensioni e le distanze angolari delle stelle. Fu il primo americano ad essere insignito di un premio Nobel per la fisica, nel 1907.
Il primo amore del giovane Planck a Monaco di Baviera fu la musica. Quando chiese a un musicista consiglio su dove studiarla, costui gli rispose che se faceva quella domanda era meglio che studiasse qualcos’altro. Si rivolse alla fisica, ma il suo professore si lamentava del fatto che questa disciplina era ormai una scienza completa e non era più possibile scoprire niente di nuovo. Fortunatamente, Planck lo ignoro’ e prosegui’ per la sua strada finendo per inventare il concetto di “quanto”. Sopporto; la morte della moglie e di due figli uccisi durante le guerre mondiali. Essendo rimasto in Germania, nel dopoguerra potè ricostituire la ricerca nel campo della fisica. Oggi i prestigiosi istituti di ricerca tedeschi Max Planck prendono il suo nome.
Nato in una piccola città olandese, Pieter Zeeman cominciò ad interessarsi alla fisica durante le scuole superiori, quando osservò un’aurora boreale nel 1883. Il suo disegno e la sua descrizione dell’aurora furono molto apprezzati e vennero pubblicati sulla rivista scientifica internazionale ‘Nature’. Zeeman studiò fisica all’Università di Leida sotto al supervisione di Kamerlingh Onnes, scopritore della superconduttività, e di Hendrik Lorentz, che portò importanti contributi alla relatività ristretta e all’elettromagnetismo. La tesi di dottorato di Zeeman fu sul magnetismo attorno ai buchi neri; nel 1896, fu licenziato per un esperimento non autorizzato, che lo portò alla scoperta della suddivisione delle linee spettrali ad opera di un forte campo magnetico, fenomeno oggi noto come effetto Zeeman. Ma ride bene chi ride ultimo: nel 1902, infatti, fu insignito del premio Nobel.
Nel 1905, Albert Einstein pubblicò tre articoli di fisica, ognuno rivoluzionario. Era un successo abbastanza notevole per un fisico di origine tedesca impiegato part-time a Berna presso l’ufficio brevetti svizzero. Gli articoli spiegavano il moto browniano, l’effetto fotoelettrico e al relatività ristretta. Nel 1916 questi articoli furono seguiti da un’altra pietra miliare della storia della scienza, la teoria della relatività generale. Questa fu verificata soltanto quattro anni dopo in modo spettacolare, durante l’osservazione di un’eclissi di sole. Einstein divenne famoso. Fu insignito del premio Nobel nel 1921 per il suo lavoro sull’effetto fotoelettrico. Nel 1933 si trasferì negli Stati Uniti. Prestò il proprio nome alla famosa lettera che avvisava il presidente Roosevelt del rischio che i tedeschi stessero sviluppando un’arma nucleare, portando alla creazione del progetto Manhattan.
Cresciuto in quella che oggi è Breslavia, in Polonia (capitale storica della provincia prussiana della Slesia). Max Born studiò matematica anche a Heidelberg e Zurigo prima di arrivare all’Università di Gottinga nel 1904. Studente eccezionale, fu allievo di molti matematici famosi e divenne amico di Einstein. Nel 1925, Born e Heisenberg, con l’aiuto dell’assistente di Born, Pascual Jordan, formularono la meccanica delle matrici per descrivere la meccanica quantistica, uno dei risultati fondamentali della fisica. Il trio non fu però insignito del premio Nobel, ma Heisenberg lo ottenne nel 1932, da solo, e Born soltanto nel 1954. Secondo alcuni, il coinvolgimento di Jordan nel partito nazista potrebbe aver ridotto le chances di Born, anche se quest’ultimo, essendo ebreo, era fuggito dalla Germania alla volta dell’Inghilterra già nel 1933. Born, come Einstein, fu un pacifista e un attivista anti nucleare.
L’istituto di Niels Bohr a Copenaghen fu al cuore dello sviluppo della teoria quantistica. Tutti i migliori fisici dell’epoca, da Einstein a Heisenberg, lo visitavano regolarmente. Bohr istituì il dipartimento dopo aver trascorso del tempo in Inghilterra al termine del proprio dottorato in fisica teorica all’Università di Copenaghen. A Cambrige entrò in conflitto con J.J Thomson, lo scopritore dell’elettrone, e a Manchester lavorò insieme a Ernest Rutherford, il pioniere della fisica nucleare. Tornò in Danimarca nel 1916 con l’idea di sviluppare il proprio concetto di atomo; per questo, fu insignito del premio Nobel nel 1922. Quando Hitler giunse al potere nel corso degli anni ‘30, l’istituto di Bohr nella capitale danese divenne il punto di riferimento degli scienziati per discutere le problematiche della meccanica quantistica. Nel 1943, la Danimarca fu occupata, e Bohr scappò in Svezia su un peschereccio; da lì fuggì in Inghilterra, dove si unì alle forze belliche britanniche. Bohr si recò poi a Los Alamos, dove fu consulente per il Progetto Manhattan anche se fece sempre un’attiva propaganda contro le armi nucleari.
Erwin Schrödinger nacque a Vienna, figlio di un botanico. Scelse di studiare fisica teorica nonostante fosse anche interessato alla poesia e alla filosofia. Durante la Prima guerra mondiale, fu arruolato nell’artiglieria austriaca e continuò a fare ricerca in fisica anche quando era al fronte, in Italia. Schrödinger ebbe incarichi universitari in molti luoghi, tra cui Zurigo e Berlino. Quando i nazisti presero il potere, decise di lasciare la Germania e si spostò a Oxford; poco dopo il suo arrivo, nel 1933, seppe di aver vinto il premio Nobel insieme a Paul Diac, per il contributo alla meccanica quantistica. Nel 1936 tornò a Graz, in Austria, ma ancora una volta fu sopraffatto dagli eventi politici: perse il lavoro dopo aver criticato i nazisti e finì per recarsi all’Institute for Advanced Studies di Dublino, dove rimase per il resto della sua vita finché, ormai in pensione, decise di tornare a Vienna. La vita personale di Schrödinger fu molto complicata: con la complicità della moglie, ebbe numerose relazioni extraconiugali, da cui nacque numerosi figli.
Louis de Broglie desiderava diventare un diplomatico ed entrò alla Sorbona di Parigi nel 1909 per studiare storia, ma ben presto passò alla fisica. Dopo aver servito nell’esercito durante la prima guerra mondiale nella sezione delle comunicazioni telegrafiche, basata presso la Torre Eiffel, tornò alla Sorbona per studiare fisica matematica. Ispirato dal lavoro di Max Planck sulla radiazione di corpo nero, de Broglie elaborò la sua teoria del dualismo onda-corpuscolo nella tesi di dottorato del 1924, e fu insignito del premio Nobel nel 1929. Spiegò di aver avuto l’idea grazie ai lavori sui raggi X del fratello Maurice, discutendo i quali suggerì che i raggi X potessero essere sia onde che corpuscoli.
Satyendranath Bose nacque a Calcutta, nel Bengala occidentale, in india. Studiò matematica e si laureò nel 1913 con i voti più alti mai ottenuti all’Università di Calcutta. Nel 1924, scrisse un importante articolo in cui presentava un modo del tutto nuovo di derivare le leggi della radiazione di Planck. Bose portò alla nascita della statistica quantistica e attirò l’attenzione di Albert Einstein, che tradusse il suo articolo in tedesco e lo ripubblicò. Bose lavorò in Europa con Louis de Broglie, Marie Curie, Einstein, prima di tornare nel 1926 nel Bengala, dove instaurò dei laboratori per la cristallografia a raggi X presso l’Università di Dacca. Dopo la partizione dell’India, tornò a Calcutta, dove dedicò molto tempo a promuovere la lingua bengalese. Bose non fu mai insignito del premio Nobel; quando gli fu richiesto un commento in proposito, rispose: “Ho tutti i riconoscimenti che mi merito”.
Hund crebbe nella città di Karisruhe, in Germania,. Studiò matematica, fisica e geografia a Marburgo e a Gottinga, dove tornò come professore nel 1957. Visitò Niels Bohr a Copenaghen e fu collega di Erwin Schrödinger e Werner Heisenberg. Lavorò con Max Born all’interpretazione quantistica degli spettri delle molecole biatomiche (come l’idrogeno molecolare). Nel 1926 scoprì l’effetto tunnel quantistico. Le regole di Hund per riempire gli orbitali elettronici sono usate ancora oggi in fisica e in chimica.
Quando era ancora uno studente nella città di Vienna, Wolfgang Pauli rubò gli articoli di Albert Einstein sulla relatività ristretta e li lesse in gran segreto. Pochi mesi dopo il suo arrivo all’Università di Monaco di Baviera, Pauli pubblicò il suo primo articolo sulla relatività, dopodiché si rivolse allo studio della meccanica quantistica. Werner Heisenberg descrisse Pauli come un “tipico nottambulo” che trascorreva le serate nei caffè e raramente si alzava al mattino per andare a lezione. Dopo il suicidio della madre ed il fallimento del suo primo matrimonio, Pauli sviluppò una dipendenza dall’alcol. Cercò di farsi aiutare dallo psicologo svizzero Carl Jung, descrivendo per iscritto migliaia di sogni che, più tardi, Jung pubblicò. Durante la Seconda guerra mondiale, Pauli si trasferì per molti anni negli Stati Uniti, e in questo periodo fece di tutto perché la scienza europea non morisse. Tornò poi a Zurigo e fu insignito del premio Nobel nel 1945.
Werner Karl Heisenberg era nato a Monaco di Baviera, e amava molto le montagne. Da ragazzo, durante la Prima guerra mondiale, lavorò in una fattoria, leggendo libri di matematica e giocando a scacchi nel tempo libero. All’Università di Monaco studiò fisica teorica, completando il proprio dottorato prima del tempo. Heisenberg divenne professore a Lipsia a soli 25 anni, e lavorò a Monaco, Gottinga e Copenaghen, dove incontrò Niels Bohr e Albert Einstein. Nel 1925, inventò la meccanica matriciale e ricevette il premio Nobel nel 1932. Il suo principio di indeterminazione venne formulato nel 1927. Durante la Seconda guerra mondiale, Heisenberg fu a capo del progetto tedesco per costruire la bomba atomica, che non riuscì mai a ultimare. Ancora oggi si dibatte se Heisenberg abbia scelto deliberatamente di ritardare il progetto, oppure se mancassero le risorse necessarie.
Paul Dirac è stato soprannominato “l’uomo più strano del mondo”. Riconosceva lui stesso di non iniziare mai una frase senza sapere come l’avrebbe conclusa; la gente lo scherniva per il fatto che le uniche parole che pronunciava fossero “sì” e “no” e “non lo so”. Fortunatamente, la sua intelligenza era tanto brillante quanto la sua timidezza era acuta. La sua tesi di dottorato, completato all’Università di Cambridge a tempo di record, era particolarmente breve (caratteristica che lo avrebbe accompagnato anche in seguito) e descriveva un modo completamente nuovo di pensare alla meccanica quantistica. Dirac incorporò la teoria della relatività ristretta nella teoria dei quanti e previde l’esistenza dell’antimateria; inoltre, diede dei contributi pionieristici alla teoria quantistica dei campi. Quando fu insignito del premio Nobel nel 1933, temendo la pubblicità che ne sarebbe seguita, esitò ad andare a Stoccolma, e acconsentì soltanto quando gli dissero che avrebbe suscitato ancora più curiosità e attenzione se avesse rifiutato.
Pascual Jordan nacque ad Hannover, in Germania; suo padre era un artista e sperava che il figlio seguisse le sue orma, ma Jordan preferì la scienza. Dopo aver frequentato l’Università Tecnica di Hannover, conseguì un dottorato a Gottinga, dove lavorò con Max Born. Nel 1925, Born, Heisenberg e Jordan pubblicarono la prima teoria della meccanica quantistica. L’anno successivo, Jordan estese l’idea di quanto di energia a tutti i campi, muovendo i primi passi verso la teoria quantistica dei campi. Non ricevette mai il premio Nobel, forse perché durante la Seconda guerra mondiale aderì al partito nazista.
Nato a Strasburgo – oggi in Francia, ma all’epoca parte dell’impero tedesco – Hans Bethe fin da giovane mostrò la sua inclinazione per la matematica. Amava scrivere e aveva la strana abitudine di scrivere da sinistra verso destra e, nella linea successiva, da destra verso sinistra e via di seguito. Scelse di studiare fisica all’Università di Francoforte perché gli sembrava che “la matematica dimostrasse cose ovvie”. Andò poi a Monaco, dove nel 1928 completò il dottorato studiando la diffrazione degli elettroni sui cristalli. Il senso dell’umorismo di Bethe venne alla ribalta quando pubblicò (e poi ritrattò) un articolo bufala sullo zero assoluto per prendere in giro il collega Arthur Eddington. Durante la guerra, Bethe (di origini ebree) si spostò negli Stati Uniti e rimase alla Cornell University per il resto della sua carriera. Si occupò di fisica nucleare e prese parte al Progetto Manhattan. Spiegò la luminosità delle stelle proponendo che al loro interno avvenissero delle fusioni nucleari – idea per cui fu insignito del premio Nobel. L’umorismo di Bethe emerse anche quando prestò il suo nome per quello che è passato alla storia come l’articolo “alfa, beta, gamma”, firmato da R.Alpher, H.Bethe e G.Gamow.
John Archibald Wheeler (Jacksonville, 9 luglio 1911 – Hightstown, 13 aprile 2008) è stato un fisico statunitense. E’ ritenuto responsabile del rinnovato interesse in merito alla teoria della relatività generale negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Wheeler lavorò con Niels Bohr alla spiegazione dei principi fondamentali della fissione nucleare. Insieme a Gregory Breit, sviluppò il concetto di processo di Breit–Wheeler. Fu dalle sue teorie che si iniziò a parlare di buchi neri, dato che prima si parlava di “stella oscura” (dark star) o di “stella nera” (black star).
Fu tra i pionieri degli studi sulla gravità quantistica; in particolare introdusse, assieme a Bryce DeWitt, l’eponima equazione, che determina alcune proprietà generali della funzione d’onda dell’universo.
Da notare sono inoltre gli esperimenti di scelta ritardata di Wheeler: si tratta di un insieme di esperimenti mentali ideati da John Archibald Wheeler basati concettualmente su una rielaborazione dell’esperimento della doppia fenditura, alcuni dei quali eseguiti concretamente nel 1978 e nel 1984.
Questi esperimenti tentano di stabilire se i fotoni in qualche modo siano in grado di “percepire” l’apparato sperimentale utilizzato nel corso dell’esperimento della doppia fenditura, assumendo uno stato coerente con l’apparato stesso, o se la loro configurazione è quella di uno stato indeterminato permanente (né onda né particella), venendo evidenziato l’uno o l’altro aspetto in base alla modalità con cui essi vengono rilevati nel momento finale dell’esperimento. In particolare alcune interpretazioni della teoria affermano che ogni fotone “deciderebbe autonomamente” se comportarsi come particella o come onda e poi, una volta entrato nel dispositivo sperimentale, potrebbe “cambiare” la propria configurazione comportandosi in modo opposto. L’intento di Wheeler era quello di indagare le condizioni relative al tempo in cui un fotone realizzerebbe questa transizione tra stati presunti.
Nato e cresciuto in Pennsylvania, negli Stati Uniti, Bohm ottenne il dottorato in fisica teorica all’Università della California, Berkeley – nel gruppo diretto dal “padre della bomba atomica” Robert Oppenheimer. Bohm era un attivista politico radicale e si unì a gruppi comunisti e pacifisti. Per tutta risposta, gli fu impedito di unirsi al Progetto Manhattan durante la Seconda guerra mondiale e parte del suo lavoro fu secretata – nemmeno lui poteva più accedervi. Dopo la guerra, Bohm si trasferì all’Università di Princeton e lavorò insieme ad Einstein. Quando si diffuse il maccartismo, Bohm si rifiutò di testimoniare di fronte a un comitato e fu arrestato. Nel 1951 fu assolto, ma dovette lasciare la nazione perché era stato sospeso da Princeton. Trascorse molti anni a San Paolo del Brasile e ad Haifa in Israele, finché non si stabilì in Gran Bretagna nel 1957; qui insegnò all’Università di Bristol e al Birkbeck College di Londra. Negli ultimi anni, oltre a continuare a lavorare nell’ambito della meccanica quantistica, si occupò anche di cognizione e tematiche sociali.
Nato e cresciuto a New York, Richard Feynman iniziò a parlare tardi. Pur non avendo proferito parola prima dei tre anni, recuperò il tempo perduto diventando un fisico brillante e un conferenziere famoso. Studiò fisica alla Columbia University e poi a Princeton, e fu invitato a lavorare come junior scientist al Progetto Manhattan, a Los Alamos. Feynman era un burlone e amava tirare brutti scherzi ai colleghi nel deserto del New Mexico. Scassinava gli archivi indovinando le combinazioni ovvie, come il numero e(2,71828…). Incominciò a suonare le percussioni e a ballare nel deserto, e si iniziò a parlare di un “indiano Joe” – che altri non era che lo stesso Feynman. Dopo la guerra, in parte per ragioni climatiche, andò a lavorare al Caltech. Era un insegnante sopraffino e un eccellente divulgatore e scrisse una famosa serie di libri che raccoglieva le sue lezioni. Feynman, oltre che sulla QED (che gli valse il premio Nobel), lavorò sulle teorie dell’interazione nucleare debole e sulla superfluidità. In una famosa conferenza intitolata “C’è un sacco di spazio giù in fondo”, gettò le basi delle nanotecnologie. Descritto dal suo collega Freeman Dyson come “mezzo genio, mezzo buffone”, finì per diventare “tutto genio, tutto buffone”.
Nato in California, DeWitt studiò fisica ad Harvard con Julian Schwinger; durante la Seconda guerra mondiale fu aviatore navale e dopo molti incarichi finì all’Università del Texas di Austin, dove diresse un centro per la teoria della relatività generale. DeWitt formulò l’equazione di Wheeler-DeWitt per la funzione d’onda dell’Universo insieme a John Wheeler, e portò avanti l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica di Hugh Everett. Appassionato di montagna, fondò un’importante Summer School a Les Houches, in Francia. Nel corso di tutta la sua vita lavorò a stretto contatto con la moglie, il fisico matematico Cécile DeWitt-Morette.
John Bell nacque a Belfast, nell’Irlanda del Nord, dove studiò fisica presso la Queen’s University. Completò il proprio dottorato in fisica quantistica all’Università di Birmingham nel 1956. Lavorò nell’Atomic Energy Research Establishment britannico, vicino ad Harwell nell’Oxfordshire; in seguito si trasferì al CERN di Ginevra, in Svizzera, dove lavorò nel campo della fisica teorica delle particelle, dedicandosi alla costruzione di acceleratori e trovando il tempo di indagare i fondamenti della teoria dei quanti. Nel 1964, dopo aver trascorso un anno sabbatico negli Stati Uniti, scrisse un articolo intitolato “Sul paradosso di Einstein, Podolsky e Rosen”, in cui derivò il teorema di Bell in termini di un’espressione violata dalla meccanica quantistica.
Hugh Everett nacque a Washington. Studiò ingegneria chimica alla Catholic University of America, e si prese un anno sabbatico per andare a trovare il padre che, poco dopo la Seconda guerra mondiale, si trovava nella Germania Ovest. Everett fece i suoi studi di dottorato a Princeton, passando dalla teoria dei giochi alla meccanica quantistica. Era ritenuto intelligente ma troppo immerso nei libri di fantascienza. Nel 1956 andò a lavorare per il pentagono, occupandosi di armi nucleari. Su richiesta di John Wheeler, incontrò Niels Bohr a Copenaghen nel 1959, ma il suo lavoro non fu accolto bene. Definì il suo soggiorno lì “un inferno” e tornò alla sua carriera nel mondo dei computer. Nel 1970 l’idea di Everett fu divulgata in un articolo di Bryce DeWitt che attirò molta attenzione; ne seguì un libro nel 1973, che andò esaurito. Gli scrittori di fantascienza adorarono il concetto di multiverso. Everett morì giovane, a soli 51 anni.
Herbert ha studiato ingegneria fisica all’Università Statale dell’Ohio, laureandosi nel 1959. Nel 1967 ha ricevuto il dottorato di ricerca in fisica dalla Stanford University per un lavoro sperimentale sulla dispersione nucleare. Dopo aver insegnato al Monmouth College (Illinois) per un anno, Herbert ha avuto diversi incarichi lavorativi in ambito industriale, il più noto è stato alla Memorex Corporation a Santa Clara in California. Mentre lavorava nell’industria, Herbert fece parte del Fundamental Fysiks Group del Lawrence Berkeley National Laboratory, fondato nel maggio 1975 da Elizabeth Rauscher e George Weissmann. Gli interessi iniziali del gruppo erano in merito all’interpretazione della meccanica quantistica, il paradosso EPR e la disuguaglianza di Bell, ma i membri seguirono anche interessi al di fuori della fisica ufficiale, esplorando le droghe psichedeliche, i fenomeni paranormali, la natura della coscienza e speculando su ipotetiche connessioni tra queste aree e la fisica quantistica. Durante gli anni ‘70 e gli anni ‘80, Herbert e Saul-Paul Sirag organizzarono un seminario annuale all’Esalen Institute (a Big Sur, California) sulla Natura della Realtà, portando i partecipanti a discutere sulle possibili interpretazioni della meccanica quantistica.
John FRancis Clauser è un fisico teorico e sperimentale americano, conosciuto per i suoi importanti contributi alla meccanica quantistica, in particolare la disuguaglianza di Clauser-Horne-Shimony-Holt (CHSH). Nato a Pasadena in California, si laurea in fisica al California Institute of Technology nel 1964. Alla Columbia University, ottiene il master in fisica nel 1966, e nel 1969 il dottorato di ricerca in fisica. Dal 1969 al 1996 ha lavorato al Lawrence Berkeley National Laboratory e all’Università di Berkeley, in California. Nel 2010, a Clauser, insieme ad Alain Aspect e Anton Zeilinger è stato assegnato il Premio Wolf (Wolf Prize) per la fisica. Nel 1972, lavorando insieme a Stuart Freedman, ha eseguito il primo test sperimentale sulle predizioni del teorema di CHSH-Bell. E’ stata la prima volta in cui è stato osservato il fenomeno dell’entanglement quantistico, ed anche la prima osservazione sperimentale di una violazione della disuguaglianza di Bell.
Nel 1974, lavorando con Michael Horne, mostrò per primo che una generalizzazione del teorema di Bell pone dei vincoli stringenti per tutte le teorie del realismo locale. Quel lavoro ha introdotto la disuguaglianza di Clauser-Horne (CH) come il primo requisito sperimentale pienamente generale del localismo reale. Nel 1976 eseguì il secondo test sperimentale del teorema CHSH-Bell.
Anton Zeilinger è nato in Austria nel 1945. Attualmente professore all’Università di Vienna e all’Accademia delle Scienze austriaca, fin dagli anni ‘70 è stato un pioniere degli esperimenti sull’entanglement quantistico. Ha descritto le correlazioni fra le polarizzazioni delle coppie di fotoni usati negli esperimenti come due dadi che danno sempre numeri abbinati. Il gruppo di Zeilinger detiene molti record, dalla maggiore distanza percorsa da fotoni entangled al numero di fotoni che è stato possibile forzare in uno stato di entanglement. Nel 1987 ha dimostrato la realizzabilità del teletrasporto quantistico, in uno stato quantistico viene impresso su una ulteriore particella di uno stato entangled. E’ solito dire: “Lo faccio solo per divertirmi”.
Alain Aspect nacque nel 1947 ad Agen, nel dipartimento francese di Lot e Garonna. Studiò fisica all’Ecole Normale Supérieure di Cachan e all’Université d’Orsay. Dopo aver finito gli studi prestò servizio civile andando a insegnare in Camerun per tre anni. Durante la sua permanenza si lasciò affascinare dalle disuguaglianze di Bell. Ritornò poi a Cachan ed eseguì ad Orsay i propri esperimenti su fotoni entangled ancora prima di completare il dottorato. Entrò poi a far parte del prestigioso Collège de France dove si occupò di atomi superfreddi rallentati dai laser, tecnica utilizzata negli orologi atomici. Attualmente ricercatore anziano del CNRS francese, Aspect dirige il gruppo di ottica atomica di Orsay e ha molti legami con il mondo industriale.
Peter Williston Shor è un professore americano di matematica applicata del MIT. E’ molto noto per i suoi lavori sulla computazione quantistica, in particolare per aver concepito l’algoritmo di Shor, un algoritmo quantistico per la scomposizione di un numero intero in fattori primi che è esponenzialmente più veloce del miglior algoritmo, ad oggi noto, per computer di tipo classico. Mentre frequentava la Tamalpais High School (a Mill Valley in California), si piazzò al terzo posto alle Olimpiadi Americane di matematica del 1977. Nel 1981 ha ricevuto la laurea in matematica dal Caltech e nel 1985 presso il MIT ha conseguito il dottorato di ricerca in matematica applicata con una tesi sull’analisi probabilistica degli algoritmi di bin-packing sotto la supervisione di Tom Leighton. Dopo un anno passato all’Università di Berkeley in California, è entrato nei Bell Laboratories, ed è stato proprio qui che ha inventato il suo algoritmo di fattorizzazione per il quale ha ricevuto il Premio Nevanlinna (Rolf Nevanlinna Prize) nel 1998 al 23° Congresso Internazionale dei Matematici e il Premio Gödel (Gödel Prize). Nel 2017 ha ricevuto la Medaglia Dirac dell’ICTP. Dal 2003 è professore di matematica applicata presso il MIT di Boston ed è affiliato con il CSAIL. Dal 1 ottobre 2011 è stato inserito nell’American Academy of Arts and Sciences.
Lov Kumar Grover è un informatico indiano-americano. E’ noto per aver concepito, nel 1996, l’algoritmo quantistico di Grover per la ricerca in un database non strutturato. L’algoritmo di Grover è, attualmente, il secondo algoritmo quantistico più importante (al primo posto c’è l’algoritmo di Shor, proposto nel 1994). Nel 2017, l’algoritmo di Grover è stato implementato per la prima volta in un sistema quantistico scalabile. L’algoritmo di Grover è stato oggetto di moltissimi articoli di scienza divulgativa. Grover è al nono posto nella classifica degli scienziati indiani più famosi. Grover si è laureato nel 1981 all’Indian Institute of Technology (Delhi), ed ha conseguito il suo dottorato di ricerca in ingegneria elettrica alla Stanford University nel 1985. Per poco tempo è stato assistant professor alla Cornell University, ma ha lasciato l’incarico per i Bell Laboratories in New Jersey dove è membro dell’équipe tecnica di ricerca in fisica.
Alexei Kitaev è un professore di fisica del California Institute of Technology di origine russa. E’ membro permanente del “Kavli Institute for Theoretical Physics”. E’ noto per aver introdotto l’algoritmo quantistico per la stima della fase e l’idea di computer quantistico topologico quando lavorava al “Landau Institute for Theoretical Physics”.
Iscriviti su dotQuantum
Entra a far parte del Futuro!!
Cliccando su “ISCRIVIMI” accetti di ricevere la nostra newsletter mensile (Leggi la Privacy Policy). Puoi disiscriverti in qualsiasi momento cliccando sul link nella newsletter che ti invieremo.