D-Wave annuncia la nuova generazione della sua piattaforma di quantum computing
D-Wave, la società canadese di quantum computing, ha annunciato la sua prossima piattaforma di calcolo quantistico basata su 5.000 qubit, contro i 2.000 del suo sistema attuale. La nuova piattaforma arriverà sul mercato a metà del 2020.
La nuova topologia Pegasus, collega ogni qubit a 15 altri qubit, rispetto ai sei nella sua topologia della versione attuale. In questo modo, gli sviluppatori potranno utilizzare la macchina per risolvere problemi di difficoltà maggiore, utilizzando meno qubit fisici.
E’ importante ricordare che i quantum computer della D-Wave sono basati su di un paradigma totalmente differente da quelli sviluppati dalla concorrenza (IBM, Rigetti Computing, Google, IonQ). Le macchine della D-Wave sono i cosiddetti quantum computer adiabatici, sviluppate per risolvere problemi di ottimizzazione mediante la tecnica del quantum annealing (la versione quantistica dell’algoritmo di ottimizzazione denominato simulated annealing). In sostanza sono macchine che cercano di trovare un minimo globale quando si è in presenza di più minimi locali. I computer quantistici della concorrenza rientrano invece nella famiglia dei quantum computer gate-based (quantum computer universali).
L’azienda afferma inoltre di aver ridotto sensibilmente l’effetto dei disturbi ambientali nel suo nuovo sistema, rendendolo maggiormente stabile. L’effetto di tale ottimizzazione determina un miglioramento nei tempi di coerenza, il che consente di eseguire applicazioni più complesse.
Ricordiamo che all’inizio dell’avventura della D-Wave nel mondo dei quantum computer, ci sono state molte polemiche circa l’effettivo utilizzo degli effetti quantistici da parte delle sue macchine. Ormai quel tempo sembra passato, e la comunità scientifica si trova abbastanza concorde nel riconoscere un ruolo effettivo a questo specifico paradigma di calcolo quantistico.
Nel 2020, la D-Wave renderà disponibile il suo nuovo hardware attraverso la sua piattaforma di cloud computing (Leap). Gli sviluppatori interessati potranno comunque iniziare a scrivere applicazioni utilizzando il simulatore, fornito insieme ad altri strumenti di sviluppo.
Alan Baratz (CPO della D-Wave), ha dichiarato che l’azienda sta investendo molto nello sviluppo di software e di strumenti che consentano, ai clienti, di risolvere problemi sempre più complessi e su larga scala. Ha inoltre affermato che: “Ogni decisione che prendiamo e ogni decisione che prenderemo rispecchia un impegno costante nell’aiutare gli sviluppatori ad apprendere il funzionamento dei sistemi quantistici e ad aiutare i clienti a costruire le prime killer-application commerciali”.